Informazioni

INDIRIZZO MUNICIPIO
Comune di Percile
Via Attorno Palazzo Borghese, 8 00020 Percile (RM)
NUMERI UTILI
Centralino Tel/fax 0774 46057 Urp 0774 469019
EMAIL PEC
postacert@pec.comunedipercile.it
SITO ISTITUZIONALE
www.comune.percile.rm.it
POPOLAZIONE
241 Abitanti
CODICI
Codice Istat 058076 – Codice catastale G444
ALTITUDINE
575 m s.l.m. – minima: 400 – massima: 1.028
COORDINATE GEOGRAFICHE
42,0956° n – 12,9110° E

La storia

Il paese sorge in posizione panoramica su un modesto rilievo 575 m. slm) che domina l’alta valle del torrente Licenza.
Di grande importanza per la ricostruzione della sequenza cronologico-culturale dell’intera area lucratile è un rinvenimento di un livello archeologico individuato in località l’Ardino, pertinente ad una occupazione databile alla prima età del Bronzo che conferma la presenza di gruppi umani lungo i corridoi di penetrazione preferenziali dell’ area montana costituiti, in questo caso, dal torrente Licenza. I materiali ceramici documentano in modo inequivocabile l’esistenza di una influenza culturale transappenninica che attribuirebbe al sito preistorico di Percile, possesso del conte di Sabina, Ottone, viene citato tra i possedimenti dell’ Abbazia di farfa agli inizi dell’XI secolo sotto la cui guida rimase per almeno due secoli fino alla cessione alla nobile famiglia degli Orsini. Il feudo di Percile nel 1608 venne acquistato da Giovanni Battista Borghese duca di Rignano.

Il Paesaggio
Il territorio del Parco compreso entro i limiti amministrativi del comune di Percile comprende il versante occidentale dell’ampio acrocoro della Cimata delle Serre, impostato su quote medie prossime ai mille metri, e il vasto comprensorio, spartiacque del torrente Licenza e del fiume Aniene, dei rilievi di Colle Morello e Colle Faieta che assume il carattere di un ampio e movimentato altopiano degradante rapidamente in direzione meridionale e orientale verso la valle del fiume principale. L’aspetto del paesaggio dolce e con una connotazione meno “montana” è dato dalla litologia di base prevalente costituita da marne e calcari marnosi dove le acque di scorrimento superficiali che erodono i versanti hanno creato una fitta rete di impluvi e vallecole. I boschi maggiormente fitti e conservati si concentrano sui pendii e nelle valli incassate e sono costituiti da cedui matricinati con prevalenza di roverella (Quercus pubescens), orniello (Fraxinus ornus) mentre nelle aree più elevate si intensifica la presenza del cerro (Quercus cerris). Le aree sommitali, ad esempio quelle comprese nella tenuta Lago intorno ai laghi di Percile, presentano la tipica configurazione del pascolo cespugliato e stadi di ricostituzione del bosco con essenze arbustive prevalenti quali il biancospino (Crataegus monogyna), il prugnolo (Prunus spinosa) in associazione ad alberi come l’orniello, la roverella, il maggiociondolo (Laburnum anagyroides), l’acero minore (Acer monspessulanum), l’acero oppio (Acer campestre). La fauna comprende elementi di estremo interesse come la martora (Martes martes) la cui presenza è stata accertata nei boschi dei versanti meridionali e orientali del bacino dell’Aniene, mentre la stessa puzzola (Putorius putorius) sembra essere presente. Facile ed occasionale l’osservazione della fugace donnola (Mustela nivalis) che soventemente attraversa le carrarecce, mentre l’intera zona ricade nell’areale di caccia della splendida aquila reale (Aquila chrysaetos). La conservazione e la tranquillità dell’area è tale che un esemplare di orso marsicano (Ursus arctos) errando dalla catena appenninica abruzzese si è rifugiato nell’autunno del 1997 tra i boschi a cavallo dei comuni di Orvinio e Percile riconquistando pionieristicamente spazi che in passato gli appartenevano. Ovunque si notano le tracce del cinghiale (Sus scrofa), vere e proprie “arature” del terreno inconfondibili che l’animale produce in cerca di cibo. Ma l’aspetto decisamente più rilevante sia in termini geomorfologici che paesaggistici è dato dalla presenza dei due laghetti di origine carsica chiamati, per l’appunto, Lagustelli di Percile. Si tratta di due corpi d’acqua formatisi in seguito al crollo di due doline da cui hanno assunto la forma pressoché circolare. Posti intorno alla quota dei 700 m slm, sono costituiti da un laghetto di maggiori dimensioni (lago Fraturno) che per la posizione più accessibile presenta una vegetazione ripariale meno conservata e inquinata da interventi di rimboschimento realizzati in passato: salici (Salix alba, Salix caprea) si associano al canneto con canna palustre (Phragmites australis), alla brasca arrotondata (Potamogeton perfoliatus), alla piantaggine maggiore (Plantago major). Nel più conservato e incassato alveo del lago minore un rigoglioso bosco si riappropria di spazi a spese del rimboschimento: qui prevalgono specie come il corniolo sanguinella (Cornus sanguinella), il maggiociondolo, il nocciolo (Corylus avellana), l’orniello. Importante la fauna minore (rettili e anfibi) che frequenta gli specchi d’acqua come la biscia dal collare (Natrix natrix helvetica), il tritone crestato e il tritone punteggiato meridionale (Triturus carnifex; Triturus vulgaris meridionalis) mentre nelle vicinanze sono stati osservati l’ululone appenninico (Bombina pachypus) e la rana appenninica (Rana italica). Il paesaggio offerto dal colpo d’occhio del piccolo paese con lo sfondo della Cimata delle Serre costituisce uno dei migliori e conservati esempi di integrazione tra aspetti naturali e antropici dell’intera area protetta. La struttura urbanistica del centro, non stravolta da edilizia “aliena”, si inserisce pienamente in una configurazione naturalistica a 360°. I percorsi
I percorsi consigliati si sviluppano in direzione dei lagustelli di Percile, a tal proposito va ricordato come l’ambiente dei laghetti sia estremamente delicato e vulnerabile per questo protetto da più rigide forme di tutela (riserva integrale), mentre il lungo percorso di penetrazione del parco in direzione del Monte Pellecchia permette di attraversare alcune tra le aree più selvagge ed interessanti dell’area protetta, vero regno dell’aquila reale.