Al lupo l’Agenzia Regionale dei Parchi e la Federazione Italiana Escursionismo della Regione Lazio hanno dedicato un trekking, un percorso lungo 120 km che porta gli escursionisti a scoprire il vasto habitat della specie, rinunciando a camminare lungo i percorsi più battuti dal predatore e ad avvicinarsi alle sue tane. Il trekking, diviso in quattordici tappe, dalla campagna romana ai monti di Pescasseroli, collega cinque aree protette: la Riserva Naturale di Monte Catillo, il Parco Regionale dei Monti Lucretili, il Parco Regionale dei Monti Simbruini, la Riserva Naturale di Zompo Lo Schioppo e il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Nel Parco Regionale dei Monti Lucretili il sentiero porta da San Polo dei Cavalieri a Licenza, passando per la Valle Cavalera, il Pratone, Campitello, il Fosso di Vena Scritta e Licenza, per poi proseguire in direzione dei Lagustelli di Percile e da qui verso sud-est per Riofreddo. Un percorso alternativo prevede il passaggio da Orvinio partendo da Poggio Moiano.

The Regional Natural Park Agency and Federazione Italiana Escursionismo Regione Lazio dedicated to the wolf a hiking path 120 km long divided into fourteen steps, from the Roman countryside to the mountains of Pescasseroli.The trail, which connects five natural protected areas, across the Monti Lucretili Natural Park, passing through San Polo dei Cavalieri, Valle Cavalera, Pratone, Campitello, Fosso Vena Scritta, Licenza, Percile lakes and continues to south-east toward Riofreddo. An alternative route starts from Poggio Moiano and passes trough Orvinio.

 

Il lupo
Il lupo (Canis lupus) è un mammifero carnivoro appartenente alla famiglia dei Canidi. Ritenuto il progenitore selvatico del cane (Canis lupus familiaris), con cui può incrociarsi dando vita a ibridi, può avere aspetto, dimensioni, colore e comportamento differenti in relazione alle diverse condizioni climatiche e ambientali in cui vive. Tali differenze sono alla base della definizione di diverse sottospecie, fra cui quella italica appenninica (Canis lupus italicus), descritta per la prima volta dallo zoologo abruzzese Giuseppe Altobello nel 1921.
Il forte isolamento della popolazione italiana da quelle nord-europee ha portato a una sua differenziazione prima di tutto etologica. Il lupo riveste un ruolo ecologico importantissimo. Predatore al vertice delle catene alimentari, opera una selezione naturale sugli erbivori, nutrendosi sulle montagne dell’Appennino soprattutto di cinghiali, la cui proliferazione eccessiva costituisce una criticità ambientale, anche dal punto di vista della tutela delle vegetazione, contribuendo così al mantenimento dell’equilibrio del sistema montano. Se agli inizi del 1800 questo predatore era diffuso in tutta la penisola italiana, nel dopoguerra si segnalava la sua presenza solo lungo la catena appenninica e preappenninica, fino ad arrivare, agli inizi degli anni ’70, a poco più di un centinaio di individui prevalentemente localizzati in Abruzzo e in Calabria. Anni di persecuzioni perpetrate dall’uomo con fucili, tagliole e bocconi avvelenati stavano portando questo animale all’estinzione. La crescente attenzione del mondo scientifico e delle associazioni ambientaliste per la sua salvaguardia ha portato alla emanazione nel 1976 del decreto ministeriale che ne sancisce il regime di tutela, vietando il ricorso ai bocconi avvelenati, e a una progressiva ripresa demografica, attraverso azioni di ripopolamento di ungulati selvatici sull’Appennino e attraverso la creazione del sistema delle aree protette. È difficile osservare un lupo: si impara più che altro a riconoscerne le tracce, a capirne gli spostamenti, il comportamento. Con la guida di esperti si può anche riuscire a comunicare con loro, emozioni fatte di ululati che squarciano il silenzio delle nostre e delle loro montagne.